Quanto ti conoscono i tuoi lettori?
Nel post precedente ti parlavo dell’unico metodo convincente per farsi conoscere come scrittore. Con questo che segue, vorrei riprendere il discorso, ma questa volta cercando di traslare il punto di vista dallo scrittore al lettore.
Diventare uno scrittore non è facile. Diventare uno scrittore, affermato e conosciuto è estremamente difficile. I primi consigli che ti vengono dati quando ti avvicini a questo entusiasmante mondo, sono quasi sempre gli stessi: leggi molto, scrivi sempre e crea un tuo blog, più o meno personale, per farti conoscere meglio dai tuoi lettori.
Sulla validità dei primi due suggerimenti non c’è alcun dubbio; sul creare un blog invece, potremmo disquisire. Ma quanto realmente, possono riuscire a conoscerti i tuoi lettori attraverso un blog? Dipende soltanto da te, e da quello che vuoi trasmettere loro.
Blog personale oppure no?
È vero, un blog può essere più o meno personale, ma non credo che ai più interessi sapere se sei un bravo nuotatore, se conosci svariate lingue o se ti piace la pizza margherita. Vestendo i panni del lettore, vorrei invece conoscere come sono nati i personaggi di un romanzo, come è nata l’idea alla base del racconto, quali sono i prossimi progetti e cose del genere. Proprio per questo, escluderei la possibilità di creare un blog ad orientamento prevalentemente personale e mi dedicherei ad argomenti, in grado di suscitare un interesse attivo nei lettori, che li spinga a saperne qualcosa in più su di me.
Discorso social
Un discorso a parte meritano invece gli ambienti social e loro derivati. Nel regno dei social network è possibile concedere diversi spaccati della tua vita quotidiana, per dare un volto ad un nome. In questo senso trovo sia Facebook che Instagram due strumenti estremamente convincenti, in grado di provocare una sana curiosità.
Generi letterari
Se vuoi che i tuoi lettori ti conoscano a fondo, devi inoltre indirizzarli sui tuoi generi letterari. È inutile sperare che amanti delle storie d’amore e passionali, possano leggere i tuoi racconti dark fantasy urban paranormal. Devi concentrarti maggiormente sul pubblico che ha già i tuoi stessi gusti, senza disperdere energie preziose per raggiungere altri lettori non interessati.
Provoca interazione
Per quanto mi riguarda, credo fermamente che la chiave per il successo, risieda nell’interazione con i tuoi lettori. Discuti, commenta e invita ciascuno di loro a prendere parte del tuo mondo e della tua sfera sociale. Scambiando opinioni, critiche e suggerimenti con loro, potrai sviluppare interessanti relazioni interpersonali, che senza dubbio aiuteranno chi ti legge a conoscerti più a fondo.
La domanda ora a te: quanto ti conoscono i tuoi lettori?
Io il blog l’ho aperto e ci lavoro tutti i giorni solo per “garantire” la mia attività di scrittore. Serve per tenere allenata la scrittura e sopratutto – se il blog cresce – dà visibilità a 360 gradi. Credo sia sbagliato in ogni caso parlare troppo dei propri lavori letterari, da un parte fai felice la tua nicchia ma come controparte di ghettizza e ti impedisce di decollare alla grande
Ciao Ferruccio benvenuto,
ovviamente un blog ben bilanciato aiuta lo scrittore e mantiene attivo il pubblico. Inoltre come dici te, il blog può rappresentare un’occasione di allenamento e di crescita personale, che oltre ad aiutare la propria scrittura, può in alcuni casi portare visibilità a tutto tondo.
Quanto mi conoscono i miei lettori? Non saprei. Non saprei nemmeno se sperarlo. Nella scrittura quanto è talento e quanto è mito? Se conoscessi davvero, intendo intimamente, il tuo scrittore preferito, lo leggeresti ancora? Un buon argomento su cui riflettere secondo me…
Ciao Salvatore benvenuto,
se conoscessi intimamente uno scrittore a cui sono particolarmente legato, personalmente continuerei a leggerlo con più interesse, alla ricerca di dettagli e sfaccettature che in pochi probabilmente coglierebbero.
Penso che i lettori abbiano modo di conoscermi abbastanza bene tramite il mio blog e la mia presenza su Facebook. E’ stata una fortuna che il mio primo libro, un manuale di scrittura, mi abbia offerto un buon argomento di cui parlare con le persone. All’inizio mi sembrava un buon modo per promuovermi, poi mi sono resa conto che le vendite non decollavano, ma in cambio c’erano rapporti che nascevano e persone che mi ringraziavano. Questo mi è sembrato tanto importante da farmi uscire dal guscio per mostrarmi agli altri, cosa che ha dato un’impronta più personale al blog. Comunque è un processo di adattamento costante, non c’è niente di fissato definitivamente.
È vero, anche se magari le vendite hanno stentato a decollare, sicuramente hai tessuto rapporti molto interessanti, che se non altro ti hanno ripagato sul piano personale e sono assolutamente d’accordo con te, sull’adattamento costante: sia la crescita personale sia quella lavorativa, devono essere alimentate da un processo evolutivo continuo e non statico.
Agisco d’istinto ma con una linea precisa (e che lasci sempre un minimo spazio alla folle improvvisazione), tanto che posso affermare che i miei lettori mi conoscano abbastanza bene. E conoscano il modo in cui scrivo e pure come costruisco le mie storie.
Credo che abbiano conosciuto i miei personaggi e le mie storie anche e soprattutto da ciò che ho scritto di personale 😉
Moz-
Ciao Moz,
grazie per la tua testimonianza! Molto interessante comprendere come gli altri autori, si sono mossi per farsi conoscere dal loro pubblico. In ogni caso sembra sempre ben delineata la “strategia” adottata.
Più che altro è anche un modo per non disperdere energie e per avere un quadro generale, un ordine (nel caos) che ti faccia raccapezzare.
Ecco, la mia “strategia” è più volta verso questa cosa che per chissà quale fine^^
Moz-
Sul mio blog credo di aver chiarito le mie idee a proposito di scrittura. Lo uso per farmi conoscere, ma non per piacere a tutti i costi, anzi. Mi piace chiarire quello che penso, in modo che il lettore sappia con chi ha a che fare. Essere se stessi, ed essere onesti, sono i cardini di ogni cosa.
Sì confermo. Nel tuo blog la linea editoriale è ben chiara e delimitata, senza dubbio. Ed è proprio questa chiarezza a cui fai riferimento, e la mia esperienza personale diretta, che confermano che i tuoi lettori ti conoscono!
Tutte queste cose che elenchi le faccio già da molti anni, senza necessariamente lo scopo esplicito di attrarre lettori.
Ho creato il mio blog, Appunti a Margine, perché in una fase di grande apprendimento sentivo il bisogno di “integrarmi” con altri scrittori per trovare un terreno di scambio e sentirmi meno sola nella vastità della rete. Oltre all’ovvia conseguenza di farmi conoscere, mi è servito per sciogliermi nella scrittura dopo anni di blocchi e per imparare molto proprio grazie al confronto.
Credo che il blog debba rispecchiare il suo curatore: se qualcuno si sente a proprio agio con una pagina “personale” e con essa dà il meglio di sé perché impedirglielo? Troverà comunque il tempo per parlare delle proprie opere.
A me, sinceramente, i blog esclusivamente autobiografici non piacciono molto (a meno che non si tratti di persone che conosco, anche solo virtualmente) perché dopo un po’ finiscono per annoiarmi.
Sui social sono presente fin dal 2008 su facebook, dal 2012 su twitter e Google+ e da pochi mesi su istagram. Li uso gioiosamente. Non hanno lo scopo di aiutarmi come scrittrice (se non nella pagina ufficiale del mio blog) anche se mi portano parecchia visibilità grazie alla condivisione dei miei articoli.
Un saluto!
Ciao Chiara,
lo scopo di attrarre lettori, non deve infatti alterare la natura del proprio blog. Certo, è vero che senza lettori non si va da nessuna parte, tuttavia bisogna aver pazienza e continuare imperterriti sulla propria strada… prima o poi si verrà ripagati, del duro lavoro.
È peculiarità dell’uomo cercare di fare gruppo e di non rimanere solo, e ti capisco quando dici di aver aperto il tuo bellissimo blog, per confrontarti con altri scrittori; lo stesso è capitato a me… a presto!