Capitoli brevi o capitoli lunghi?
Quando inizio la lettura di un libro, mi chiedo spesso se lo troverò scorrevole dal punto di vista organizzativo. Purtroppo il tempo da dedicare alla lettura è sempre molto variabile: qualche minuto durante le pause lavorative o prima di addormentarmi la sera, fino a qualche ora nei rari fine settimana quando tutta la mia famiglia riesce a rilassarsi con più facilità e a lasciarmi un po’ più di spazio personale.
In quest’ottica la struttura organizzativa di un libro, o meglio la suddivisione dei vari capitoli, può giocare un ruolo fondamentale sulla scorrevolezza della trama e degli eventi; se ho poco tempo da dedicare alla lettura, preferirei leggere un racconto suddiviso in molti capitoli e scene, abbastanza brevi, in modo da interrompere la lettura e riprenderla agevolmente alla successiva occasione.
Viceversa, se invece ho abbastanza tempo da dedicare alla lettura, capitoli più corposi potrebbero essere preferibili, in modo tale da non trovare troppo spezzettata la trama.
Capitoli brevi o lunghi?
Ovviamente tutte queste considerazioni variano da lettore a lettore e di situazione in situazione, in base a numerosi e oggettivi fattori; tuttavia uno scrittore deve pur prendere una posizione e affrontare questo argomento: scegliere se suddividere la trama in molti capitoli oppure utilizzarne un numero limitato.
Considerando la rarità con cui riesco a leggere per diverse ore consecutive, da tempo a questa parte mi sono abituato a una lettura mordi e fuggi, il mio stile di scrittura, in questo senso viene influenzato davvero molto. Prediligo infatti suddividere un racconto in capitoli piuttosto brevi, quasi autoconcludenti, sfilacciando una trama che alla fine potrebbe anche risultare troppo spezzettata per alcuni palati letterari.
Ma a questo punto mi chiedo, è giusto lasciare che le proprie abitudini letterarie influenzino il proprio modo di scrivere, senza considerare eventuali effetti collaterali a scapito dei lettori, o dovrei comunque cercare di trovare un compromesso che tuttavia non sarebbe banale?
I capitoli che ho scritto quando il mio libro è stato pubblicato, mi sono accorta dall’editing, che mi hanno spostato solo mezza pagina.
Non so se sia istinto, o come dici tu Carlo, il fatto di leggere tanto. In ogni caso è stato emozionante.
Non ha importanza la lunghezza di un capitolo per me, certo non leggerò un capitolo lungo dopo una faticosa giornata di lavoro, poichè mi piace leggere a intervalli, quando ho cinque minuti di tempo e la vita quotidiana mi lascia un tantino in pace, leggo un capitolo anche lungo, poi abbandono e, ai prossimi cinque minuti.
Quando non leggo, scrivo, sennò, le classiche faccende che ci tocca fare a noi casalinghe. Perciò divido il tempo e pure i capitoli da leggere, da scrivere.
Comunque anche io sono d’accordo con Chiara che ha centrato bene il punto.
Ciao!
Sto tentando – con estrema fatica – di scrivere il mio primo romanzo.
Sto avendo delle difficoltà nella suddivisione del testo in capitoli e volevo chiedere un parere.
Ho impaginato il mio romanzo sostanzialmente a caso, come veniva comodo a me. Sfogliando libri e cercando su internet però, non ho trovato un modo di dividere simile al mio, vorrei capire se in effetti è sbagliato(probabile), oppure semplicemente poco usato.
Praticamente ho diviso il romanzo in 10 parti TITOLATE (ognuna di una quindicina di cartelle).
Ognuna di queste 10 parti l’ho poi divisa in 5…capitoli(?) paragrafi(?) non so nemmeno come chiamarli.
Diciamo che ognuno di questi 10 titoli è diviso in 5 parti (più o meno tutte lunghe uguali) che ho solamente numerato, – con una numerazione continua che non si azzera da un titolo all’altro -.
TITOLO 1 2 3 4 5 TITOLO 6 7 8 9 10 ecc.
Ho fatto un pasticcio o può essere giusta una suddivisione del genere?
Ciao Gabriele benvenuto,
in realtà non esiste una suddivisione corretta oppure errata dei paragrafi, che diciamo è lasciata in mano allo scrittore in base al susseguirsi della storia. Nulla vieta di fare capitoli di 1.000 cartelle o di 10 righe; se sono funzionali alla storia o comunque lo scrittore le ritiene tali, è semplicemente libero di farlo.
Leggendo libri, ti sarà capitato di trovarne molti, con le più svariate suddivisioni… per cui direi che più che un pasticcio, hai fatto emergere la tua creatività spiegando perfettamente in cosa consiste la tua suddivisione.
In bocca al lupo!
Grazie mille! 🙂
Ciao a tutti
Carlo secondo te in un romanzo poliziesco quanto dovrebbero essere lunghi i capitoli?
Al momento sono lunghi dalle 3 alle 5-6 pagine di formato A5 … troppo corti?
Ciao Marco benvenuto,
in realtà non c’è una regola precisa sulla lunghezza dei capitoli; personalmente preferisco quelli abbastanza brevi, poiché in caso di interruzione della lettura, posso finire il capitolo.
L’unico rischio è quello di spezzettare troppo un racconto e tediare così il lettore… non dico quindi di fare libri con decine e decine di capitoli, ma nemmeno libri di 500 pagine con tre o quattro capitoli.
Premesso ciò, forse un capitolo di un romanzo poliziesco necessiterebbe di più pagine, ma molto dipende dalla storia… prova a farla leggere a qualche tuo amico o parente e fatti dare un consiglio… chiedi se la storia fila, oppure se risulta spezzettata… in base alle critiche, riuscirai a centrare meglio l’obiettivo.
In bocca al lupo per il tuo lavoro!
[…] corposi potrebbero essere preferibili, in modo tale da non trovare troppo spezzettata la trama. Da Capitoli brevi o capitoli lunghi? di Carlo Armanni, blog Aspirante […]
Anch’io la penso come Chiara. Ogni storia ha il suo respiro, che va rispettato. Poi, c’è forse un respiro che ci viene più congeniale. I miei capitoli, di solito, oscillano da un minimo di 4000 battute a un massimo di 11000 circa con una media di 6000/8000.
Ciao Antonella,
mmmm allora… sì, concordo sul discorso del “respiro” della storia; tuttavia credo che la tua media di battute rappresenti in qualche maniera una lunghezza che si avvicina molto a quella a cui sono particolarmente affezionato, e che senz’altro mi è più congeniale 😀
Io penso che la lunghezza dei capitoli non debba dipendere dall’esigenza dell’autore o del lettore, ma da quelle della storia. Ci sono alcune trame che rendono meglio con capitoli lunghi, altre che richiedono maggior sintesi (essere stringati velocizza il ritmo). La lunghezza dei miei capitoli è legata a ciò che devo raccontare, e anche da lettrice non ho particolari esigenze. 🙂
Ciao Chiara,
beata te che riesci ad essere così versatile sotto questo punto di vista 😉 … io invece adoro i capitoli brevi e di conseguenza mi viene naturale scriverli. Ho sempre pensato che elaborare capitoli-mattoni, oltre che ad essere un compito molto impegnativo, sia anche rischioso, in quanto un capitolo lungo richiede un’attenzione più forte da parte dal lettore, che potrebbe trasformarsi in noia…
Quando scrivo, i miei capitoli sono brevi, come i racconti. Quando leggo, invece, non fa nessuna differenza, dipende dallo stile dello scrittore e dalla storia. Una cosa che mi da fastidio, però, quando leggo, è passare all’interno di un romanzo da capitoli lunghissimi a capitoli molto brevi. Sembra che questa sia una moda degli ultimi tempi, ma per me il romanzo manca di equilibrio, quasi che lo scrittore dopo aver dedicato molto tempo ed energia sui capitoli lunghi, abbia preferito sbrigare via quelli che gli rimanevano, per stanchezza o per bramosia di arrivare a pubblicare prima.
Ciao Kinsy,
pienamente d’accordo! Anch’io odio quando sembra che l’autore stia scrivendo esclusivamente per finire in fretta… e poi ovviamente, questa sensazione si percepisce la maggior parte delle volte, verso la fine della storia, che in realtà secondo me, dovrebbe essere una tra le parti più curate!