Checklist per scrivere un finale di successo
Scrivere il finale di un libro è un compito necessariamente arduo, esattamente così come strutturarlo e idearlo.
È la conclusione narrativa di un libro che con estrema probabilità, segnerà il successo della storia oppure il suo fallimento. Conoscere come va a finire la storia, è l’impulso primario inconscio del lettore, che lo porta a proseguire nella lettura.
Pertanto credo sia estremamente importante per uno scrittore dedicare tempo di qualità alla scrittura di un finale.
A questo scopo, dopo aver riflettuto su alcuni finali di libri che non mi hanno soddisfatto e leggendo numerosi post sull’argomento, ho stilato questa semplice checklist che raccoglie alcuni punti fondamentali da tenere in considerazione, per la scrittura di un gran finale.
Checklist per un finale di successo
- Il nocciolo della storia è stato affrontato e risolto?
Riducendo bruscamente ai minimi termini, si può affermare che solitamente in ogni storia che si rispetti, c’è un obiettivo che in qualche modo i protagonisti devono raggiungere; obiettivo o quesito, intorno al quale si sviluppa l’intero racconto. A meno di non trovarsi immersi in qualche saga o in qualche romanzo a puntate, ogni finale dovrebbe fornire una risposta pragmatica sul raggiungimento di questo obiettivo principale. - E gli altri interrogativi minori?
Ovviamente nel dispiegarsi della trama, lo scrittore potrà anche inserire ulteriori interrogativi minori, utili allo svolgimento dei fatti. Sarebbe interessante poter rispondere alla maggior parte di questi interrogativi ausiliari, tuttavia considera almeno di far conoscere la risposta al lettore, di quelli che ritieni più importanti. - Cambiamento
Come ogni manuale di scrittura creativa consiglia, la storia deve portare dei cambiamenti. Non può essere statica e stagnante, deve profondamente contribuire a modificare il comportamento, le azioni e i pensieri dei protagonisti, per avvicinarsi il più possibile alla realtà. Senza cambiamento, in definitiva non c’è storia. Alla fine della tua storia, prima di scrivere l’ultimo punto, assicurati di aver trasmesso questo senso di cambiamento al lettore. - Non deludere il lettore
Non che sia il punto più facile da gestire, ma sicuramente è quello più scontato. Pensa a quante volte sei rimasto deluso del finale di una storia, e avresti voluto cambiarlo. Per facilitarti serviti dei tuoi beta-lettori: conoscere le loro impressioni e critiche sul finale del tuo libro sarà di estremo aiuto. Se riscontri una netta tendenza all’insoddisfazione, considera l’idea di scrivere un altro finale alternativo, prima di rovinare l’intera storia. - Il finale è davvero il pezzo forte
Il finale è il reale motivo per cui il tuo lettore ha acquistato o letto la tua storia, spendendo tempo e denaro. Cerca di ideare un finale che sia memorabile. Scrivi un finale che si possa imprimere in modo indelebile nella mente del lettore. Se abituerai i tuoi lettori a finali emozionanti e indimenticabili, si ricorderanno che vale la pena acquistare e leggere i tuoi libri.
Rispettare questi punti aiuterà notevolmente ad incrementare il successo del tuo finale, tuttavia non possono assolutamente ritenersi esaustivi, in quanto la sperimentazione è sempre dietro l’angolo, proprio esattamente come i suggerimenti… pertanto:
se ti viene in mente qualche altro punto, contribuisci pure!
[…] finale: il testo è preso in parte da “Checklist per scrivere un finale di successo” di Carlo Armanni del blog «Aspirante scrittore», “Il manoscritto: il finale” di Raffaele […]
Carlo, ma non blogghi più?
Moz-
Ciao Miki,
purtroppo mi sono dovuto prendere una pausa per dedicarmi ad alcuni testi e ad un paio di blog, che ho lasciato orfani da troppo tempo e che ora reclamano la mia attenzione. Confido molto nelle ferie natalizie per tornare a far parte dei litblog 😉
Congratulazioni per Onirica ho visto anche l’ultimo episodio… oltre che da blogger hai un futuro anche da regista e sceneggiatore 😀
Eccomi, grazie mille. Contentissimo che Onirica ti sia piaciuto^^
Aspetto i tuoi prossimi post^^
Moz-
Esatto perfettamente d’accordo con te: su tutta la linea 🙂
Ciao ^^ ho sempre sostenuto che il finale è la parte più importante e ritengo sia anche la parte più difficile da scrivere, almeno per me. Ogni volta che scrivo un racconto non ho la minima idea di come andrà a finire.
Non credo che un finale debba essere necessariamente sensazionale o imprevedibile.
(Dipende dal genere del racconto e a volte, mi è capitato, che un finale fosse appesantito dall’intenzione di essere originale con un colpo di scena che poi rovinava il racconto).
Il finale può anche essere scontato, magari per tutto il racconto non hai fatto altro che augurartelo e quando arriva te lo godi appieno 🙂
La parte che più condivido della tua lista è: non lasciare nulla di aperto e irrisolto. Che nervi quando finisce il racconto e hai un sacco di domande alle quali non avrai mai risposte…
Altro punto e quando il finale è scritto in pochissime e smilze parole, come se l’autore avesse avuto fretta: “Scusate ma si scuoce il racconto se non finisco subito…”, ma che fretta ha? Perché non si prende uno o due capitolo in più per farci salutare i nostri amici per bene?
Poi Odio quelli che ti tengono in sospeso con un problema enorme e insormontabile per magari 2 o 3 libri e poi te lo semplificano riducendolo a un nonnulla…
😛 Troppo cattiva ^^ non è nella mia natura, ma credo che chiudendo un libro uno dovrebbe sorridere soddisfatto.
Ciao Sara benvenuta,
come dici te, anche secondo me la chiusura di un libro dovrebbe assolutamente lasciare soddisfatto il lettore. Non parliamo invece di quei finali affrettati, dove si percepisce nettamente la voglia di concludere dell’autore, li trovo veramente i peggiori.
Non mi soddisfano nemmeno i libri che finiscono male o che hanno un finale particolarmente avverso alla trama: già la vita è di per sé una lotta quotidiana e spesso porta sofferenza, almeno nei mondi di fantasia… qualcosina, facciamola finire bene 😉
Hai proprio ragione, un buon finale è davvero essenziale! È ciò che rimarrà impresso al lettore quando avrà letto la tua opera. Di fatto è ciò che porterà il lettore a leggere ancora qualcosa di tuo. Deve, quindi, essere in armonia con quello che hai scritto prima, essere incisivo e mai banale e non deve lasciare l’amaro in bocca o la sensazione che la storia non sia finita.
Ciao Kinsy,
esatto, condivido pienamente il tuo pensiero. Il finale di una storia è il premio del lettore, che ha scelto di acquistare il nostro libro, e per questo motivo deve essere all’altezza delle sue aspettative. Mi piace l’immagine di un finale in armonia con quanto scritto 😉
Il finale è fondamentale per la riuscita della storia, ma lo trovo decisivo solo in negativo: una bella storia con un finale raffazzonato disperde in parte le sue buone qualità, ma quando la storia è scarsa, non c’è finale che possa riscattarla! Come al solito, gli scrittori dovrebbero fare bene… tutto. 😉
Ciao Grazia,
certo che se la storia è debole, è difficile aspettarsi un finale di chissà quale elevato valore. Ma come dice te, lo scrittore deve saper fare tutto… e bene! 😀
Io conosco sempre il finale delle mie storie, prima di iniziare a scriverle. La difficoltà nei romanzi, per quanto mi riguarda, è arrivarci a scrivere un finale… Ci sono un sacco di parole prima. 😛
Ciao Salvatore
mentre sto ancora ridendo, sono assolutamente d’accordo… il problema vero è arrivare a scrivere il finale 😉
Ciao, quando scrivevo racconti radiofonici, il mio responsabile diceva che il finale è ciò a cui dobbiamo tendere fin dall’inizio, dev’essere un luogo della mente dove il lettore non sarebbe giunto senza di noi.
Si riferiva a racconti brevissimi (la cui lettura recitata doveva durare 3 minuti), ma penso che possa funzionare per qualsiasi narrazione.
Per come la vedo io il finale deve essere “necessario” nel senso che deve lasciare nel lettore la sensazione di essere l’unico possibile (anche se fino a una pagina prima non avrebbe saputo prevederlo). Però c’è da dire che scrivo gialli e non amo i finali troppo aperti.
Ciao Antonella,
secondo me il tuo responsabile, ti aveva dato un ottimo consiglio 😉
Ovviamente se si riesce a mantenere il lettore su uno stesso “binario” fino alla fine e allo stesso tempo spiazzarlo positivamente, il successo è assicurato, e condivido pienamente la tua lettura. Certo nel caso di gialli i finali difficilmente possono essere aperti, a meno che non si tratti di una serie di racconti, in quel caso potresti temporaneamente lasciarlo aperto?
Ciao Carlo, io trovo che un solo punto sia davvero importante: non deludere il lettore.
Non frustrare le sue aspettative.
Non importa se il finale sarà aperto, se avrà chiarito tutto, se avrà svelato il nocciolo della questione… l’importante è che abbia un senso di completezza che appaghi il lettore 🙂
Moz-
Ciao Miki,
eh sì hai proprio ragione, in definitiva quello che un autore non deve assolutamente tradire, sono proprio le aspettative del lettore, per evitare di incorrere nella sua delusione. Un lettore deluso, difficilmente rimarrà un cliente fedele!
Ciao Carlo, condivido tutti i punti da te elencati e non me ne vengono in mente altri.
In particolare ritengo fondamentale la risposta a tutti gli interrogativi presenti nel romanzo. Mi arrabbio tantissimo quando leggo qualche romanzo che lascia delle questioni aperte. Vedo la trama come un passaggio dal caos all’ordine. Quando si arriva alla fine, deve emergere un’ideale di armonia e di perfezione. 🙂
Ciao Chiara,
a chi lo dici… ultimamente mi è capitato troppo spesso di leggere libri con numerose questioni rimaste in sospeso, scritti da alcuni autori senza contatti su internet… mi sarebbe proprio piaciuto chiedere delle informazioni aggiuntive 😉